Storia
Anche se i primi insediamenti risalgono ad un periodo precedente, si indica come inizio delle civiltà precolombiane il 1.500 a.C.: al popolo più antico – gli Olmechi – si deve l’impostazione del calendario e della scrittura. Sul suolo messicano si susseguono nei secoli Teotihuacan, Maya e Toltechi; l’ultima civiltà è quella guerriera degli Aztechi, che viene spazzata via dall’arrivo dei colonizzatori spagnoli guidati da Hernan Cortes.
Accolti come divinità i conquistadores non esitano a distruggere le città ed a sterminare gli indios. Nel 1520 il Messico è la Nuova Spagna, vice regno d’oltremare dei sovrani iberici. Bisogna aspettare il 1810 per assistere alla prima ribellione locale contro la politica di grave sfruttamento ed il 1821 per la dichiarazione d’indipendenza.


Gli anni successivi segnano la sconfitta (1848) messicana contro i vicini americani – con la conseguente rinuncia a molti territori del nord, tra cui il Texas – e l’intervento francese nel paese con la conquista del potere e la nomina ad imperatore di Massimiliano d’Austria (1863), giustiziato pochi anni dopo. La figura politica più rappresentativa del successivo periodo è Porfirio Diaz che detiene il potere dal 1876 al 1911, mentre l’avvenimento più importante è la rivoluzione del 1910, guidata da Emiliano Zapata, che mirava ad una più equa ridistribuzione delle ricchezze e che porta alla redazione della costituzione socialista del 1917. La storia più recente ha dimostrato che la tensione generata dal conflitto tra le classi più agiate e gli indios è ancora altissima e nel 1994 la regione contadina del Chiapas è stata infiammata da una guerriglia sanguinosa che è spesso sfuggita al controllo dell’esercito nazionale. Le forze armate non hanno esitato a reprimere nel sangue le azioni dei guerriglieri guidati dal Comandante Marcos, contribuendo così al rincrudirsi della lotta. La vittoria del Partito d’azione Nazionale (PAN) nelle elezioni del 2000 - con conseguente nomina di Vicente Fox a presidente - ha segnato la fine del potere del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI), aprendo nuovi spiragli al dialogo con i guerriglieri; tra gli impegni della prima carica messicana c’è infatti quello di risolvere concretamente la “questione Chiapas”.