Archimede inventò la vite senza fine e la coclea.


La vite senza fine trova ancora i più diversi impieghi nelle macchine moderne.
La coclea veniva impiegata per l'estrazione dell'acqua dalle miniere e dai pozzi.
La relazione matematica sulle leve è importante perché in pratica consente, una volta individuato opportunamente il fulcro, di sollevare un corpo pesante con una forza molto piccola.
La leggenda vuole che Gerone, re di Siracusa, abbia varato una nave, spingendola in acqua, dopo averla sollevata con una leva costruita da Archimede. È quindi legittima l'esclamazione attribuita al grande siracusano: "Datemi un punto di appoggio e solleverò il mondo!".
Gli specchi ustori potrebbero non essere solo leggenda.
Nonostante tutti i dubbi e gli esperimenti condotti finora, un professore del prestigioso istituto statunitense ha dimostrato che l'inventore siracusano avrebbe potuto incendiare le navi romane.
Archimede avrebbe usato degli specchi per raccogliere e concentrare i raggi solari: puntati contro le quinqueremi di legno romane, i raggi riflessi ne provocarono l'incendio, distruggendo la flotta di Marcello. L'unico riferimento alla vicenda à nell'opera dello scrittore Dione Cassio, un autore imperiale del II secolo d.C, tramandataci attraverso compendi di epoca medievale.