Gli antichi contadini castrovillaresi raccontano questa leggenda straordinaria, assicurandoci di averla vissuta personalmente,
una leggenda che noi consideriamo un vero e proprio ammonimento, una sorta di avvertimento per chiunque intenda avventurarsi
in passeggiate agresti. Pare che durante il mese di aprile-maggio, quando i rettili si risvegliano dal letargo, sia abbastanza facile incontrarli nelle nostre lussureggianti e rigogliose campagne. Alcuni sono neri, altri verdi, altri “pezzati”, alcuni strisciano da soli, altri in coppia, altri,ancora, dicono gli agricoltori, si vedono come intrecciati tra loro, attorcigliati assieme, come se si accoppiassero. Imbattersi in quest’ultimi è pericolosissimo e mai si deve pronunciare la terribile frase “u monicu e la monica”, perché gli animali subito si drizzano contro e cominciano a correre in direzione del malcapitato, alzandosi nettamente da terra e non strisciando come fanno al solito. Spesso molti uomini hanno riso a questa stranissima storia, ma molti altri, presi dalla curiosità morbosa, hanno voluto sperimentare e sembra proprio che appena viene pronunciata, anche sottovoce “u monicu e la monica”, i rettili si liberino dal loro “avvinghio” amoroso e contemporaneamente, saltando agilmente, tentino di raggiungere chiunque hanno di fronte per attaccarlo, probabilmente e morderlo inesorabilmente.
Provare per credere.
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