Secondo il mito, dopo la distruzione di Troia Epeios fondò Lagaria, sulla costa ionica a nord di Thurii, offrendo ad Atena, come dono votivo,
gli utensili con i quali aveva costruito quel cavallo di legno che aveva consentito l’espugnazione della città di Troia.
Lo scalpello e le asce trovate nella tomba centrale del Cerchio Reale alla necropoli di Macchiabate (Francavilla Marittima),
che sicuramente appartenevano al corredo funerario della “sepoltura speciale” di un uomo dell’aristocrazia enotria, e la presenza di un antico
santuario dedicato alla dea Atena, richiamano questa bellissima leggenda, collegando i resti archeologici di Timpone
della Motta (Francavilla Marittima) con la mitica Lagaria. Molti storici antichi ci raccontano questa storia che sembra avere dell’incredibile:
Strabone parla di Lagaria, città fortificata, fondata da Epeios, terra del vino lagaritico, dolce, soave e molto apprezzato in medicina;
il poeta siceliota Stesicoro, dice “nel santuario di Apollo a Karthain si trova trascritto il mito del ciclo troiano in cui si racconta che
Epeios portava acqua per gli Atridi. La figlia di Zeus fu mossa a compassione per lui, perché veniva sempre obbligato a portare l’acqua per questi re”.
Epeios dunque non era un guerriero, ma era l’idroforo di Agamennone e Menelao, un ruolo servile, eppure egli era anche quell’ artigiano,
piuttosto rozzo, ma molto abile, intelligente ed esperto che, più tardi, avrebbe costruito il cavallo di Troia. Licofrone ci tramanda invece che
fu proprio Cassandra, la profetessa troiana, a preannunciare che Epeios avrebbe fondato Lagaria e avrebbe lasciato come dono votivo i
suoi utensili in un santuario di Atena sulla costa ionica. I poemi omerici ci descrivono Epeios di statura gigantesca, un po’ maldestro,
che non aveva mai disdegnato di fare il portatore d’acqua per gli eroi achei che combattevano nella guerra di Troia, e che, con i suoi servizi
si era guadagnato il favore di Atena. Nell’Odissea Epeios è il costruttore del cavallo di Troia e nell’Iliade l’eroe, descritto come un
gigante bizzarro, vince nel pugilato durante i giochi funebri in onore di Patroclo, suscitando in quell’occasione tra gli spettatori un’incredibile
ilarità che li induce a ridere a crepapelle quando lo vedono lanciare il disco. Sembra che Epeios abbia, nell’epos greco alcuni
tratti in comune con Efesto, il dio che sapeva fabbricare di tutto, sicuramente non bello, né socievole.
|