Leggende Popolari del Pollino

  La mitica Aprustum  
  U monicu e la monica  

  La misteriosa Camere

  A petra signata  

  La misteriosa Alona  

  Il lupo Brigante  

  Cichimi n’ucchiu  

  A spiga russa  

  Il coraggio della donna

  Donna Marsiglia  

  Il Beato Pietro  

  L’Acqua del Tufo  

  Don Paolo Tolone  

  La cerva, la grotta e...

  L’Abisso del Bifurto  

  Il tesoro di Franco  

  Un tesoro e tre carlini  

  Il mito di Epeios  

  L’acqua piangente  

  Il ponte del Diavolo  

  Madonna du Castiddu

  A pidicata i S.Francì

  Il mitico fiume Coscile

  U monachiddu  

  Il miele di Baffi  

  U lifande-serpende

  A grutta da Magara

  Il monte Rotondello

La nostra raccolta di leggende popolari del Pollino è per lo più tratta da manoscritti di antichi cronisti locali e di appassionati cultori del folklore, tra cui ricordiamo sir Pirro Casalnuovo e Lelio Laventura, nonché dalla memoria orale e dalla tradizione popolare della gente del luogo.
La raccolta nasce per recuperare e divulgare il “pregevole patrimonio di leggende” del nostro popolo,comprendendo la vasta area del Pollino, Castrovillari e i paesi limitrofi, specialmente quelli albanesi ed è una ricostruzione storica, geografica ed etno-antropologica di quei fantasiosi racconti intrisi di mito e di poesia, di quelle vecchie narrazioni nate dalla fervida immaginazione e da quel fondo di verità e di realismo e tramandate per generazioni, ininterrottamente, da padre in figlio. In genere le leggende che abbiamo preso in considerazione  sono legate a tesori nascosti, soprattutto quelli dei briganti, o a creature bellissime e misteriose, pagane o cristiane, a volte benigne come santi e madonne,  altre volte malvagie, come streghe e magari. Molte leggende raccontano le origini di un luogo o spiegano il significato di un toponimo o, anche,  rielaborano fantasticamente fatti realmente accaduti in epoche passate.
Diverse sono le versioni di una stessa leggenda riscontrabili in altri paesi della Calabria, con particolare riferimento a quelle leggende derivanti dalla tradizione orale, il senso, tuttavia è uguale per tutte le varianti e il loro fascino ed il loro arcano misticismo sono sicuramente innegabili.
Nella suggestiva ed emozionante prefazione del libro di Francesco Perri “Leggende calabresi”, l’autore scrive:
«Tra lo Ionio e l’Egeo nacquero le più belle fantasie eroiche e religiose dell’antichità; ma esse, che furono immortalate in modo inimitabile dagli antichi poeti, appartengono ad un clima storico e spirituale talmente diverso e lontano dal nostro, che sarebbe sciocco ora ripeterle come cose che abbiano attinenza con l’anima della nostra popolazione attuale».
E’ così che il popolo di Calabria e i nostri avi castrovillaresi hanno rielaborato e fatto proprie quelle mitiche fantasie, mantenendole vive, almeno fino al secolo scorso. Noi, dunque, vogliamo riprenderne il ricordo, riappropriarci di quel loro sfondo poetico e leggendario, a carattere per lo più popolare, che ci appartiene ed adattarlo al gusto letterario contemporaneo, inglobandovi anche le parmidìe e li cunti, conservandone tutto il sentimento e l’umorismo del passato e ripercorrendone il corso del tempo, per offrirle, cosi come sono giunte, in diverso modo fino ad oggi, alle generazioni future.
Il nostro lavoro di ricerca e di trascrizione o di rielaborazione degli antichi testi scritti è ancora in corso, per cui questo articolo verrà di volta in volta aggiornato con nuove ed inedite leggende.

 



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