Un tesoro e tre carlini


Al tempo dei briganti, uno di essi nascose un grande tesoro in qualche grotta sul monte Sellaro, aspettando di recuperarlo in tempi migliori. Purtroppo il brigante venne catturato e trascorsi molti anni in carcere, ormai vecchio, confidò ad un giovane brigante, suo compagno di cella, ma prossimo ad essere scarcerato, il luogo preciso dove aveva seppellito la sua fortuna. Il giovane, appena libero, si recò sul luogo indicatogli, ma, per meglio individuarlo, si fece aiutare da un pastore locale. I due incominciarono a scavare e subito scoprirono un pentolone stracolmo di oro, argento e gioielli. Per festeggiare il pastore ed il brigante mangiarono e bevvero per tutta la notte, dividendosi equamente il bottino. Il brigante, poi, regalò anche alla moglie del pastore una stupenda collana. L’indomani, però appena il pastore si allontanò con il suo gregge, il giovane brigante tentò di violentarne la moglie, la quale riuscì a sfuggirgli e ad avvertire il marito. Questi, furioso,  inseguì il brigante e lo uccise, ma fu a sua volta arrestato per l’omicidio e potè uscire dalla galera pagando tre carlini. Giunto a casa, si rivolse alla moglie e le disse: “pensa, la vita di un uomo non vale più di tre carlini”