Nell’ampia e bellissima valle dell’Alona, tra fusti di pioppi, sentierini che s’intrecciano e fittissimi cespugli, da un
lungo costone di tufo, scaturiscono le acque di una sorgente comunemente chiamata ” l’acqua piangente”, poiché un
velario di fili liquidi, come grosse lacrime di platino e di mercurio, sgorgano da una roccia corrosa, come da una coppa di cristallo giallo
opaco, mentre il suono dolce ed accorato di quelle gocce misteriose bagna una fluente chioma verde di capelvenere qua e là aggrappata.
Vicino si trovava un vecchio mulino dove si recavano le massaie per macinare il grano, per attingere l’acqua salubre e purissima e per raccogliere
le violette che crescevano profumatissime ed abbondanti in questo luogo. Si narra che i giovanotti che attraversavano quel luogo una sola
violetta dovessero appuntarsi all’occhiello ed, esprimendo un desiderio e pensando alla fanciulla amata, mormorare: “il mio fiore all’occhiello sei tu”.
Alcuni narrano di un tempo remotissimo e del pianto di vergini pastorelle per la distruzione del loro gregge, altri delle lacrime segrete
di una “pastora” regina, ma per altri, ancora quelle gocce che si aprono dalle ferite profonde del tufo non sono altro che i frantumi dispersi
di astri caduti
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